Patrizia Franceschelli nella sua opera prima “Darko. Storia di un umanoide, nell’era del virtual brain” ha scritto più romanzi in uno solo.
E’ la storia di un Cyborg che non solo ritrova la sua umanità in un crescendo di nuove scoperte, ma approda addirittura ad un cammino spirituale ricordandosi delle sue esperienze come essere umano.
Alla fine, la protagonista recupera i suoi ricordi passati, li assimila e li vive nel presente in forma nuova prendendosi la rivincita su un futuro descritto come iper-tecnologico e distopico.
Non è facile scrivere una trama avvincente servendosi delle emozioni. Non è facile cercare il movimento nel mondo interiore. Patrizia ci riesce benissimo. Questa è la trama sul retro di copertina:
“Questa storia fantascientifica, racconta di una donna che suo malgrado si risveglia dopo un trapianto totale, in un corpo robotico, senza più radici, in un mondo non più suo. Col tempo ritroverà la sua umanità, ma la strada è, come per ogni nostra sfida storica, densa di sofferenza ed infantile meraviglia.”
Per troppo tempo ho accantonato la letteratura leggendo solo saggi. Questo libro di Patrizia Franceschelli ha riconquistato il mio spazio di storie fantastiche.
La fantascienza è un genere interessante e versatile. Con essa possiamo creare mondi inesistenti ma possibili, persino probabili e usarla addirittura come sfondo per storie che in fondo ci parlano di noi. Con questo libro Patrizia ci riesce egregiamente.
«Iniziai a camminare, a muovermi, a ad obbedire a quello che mi veniva detto di fare, passivamente, come una giovane prostituta alla quale era stato insegnato solo di non poter sperare.»
«Passavamo dai bassifondi ove si arranca disillusi, rassegnati ed affamati, ai piani alti dove si arranca persi nella propria corsa con l’illusione di arrivare prima o poi a stare meglio.»
«”sapevo tutto” grazie al mio computer col quale il cervello biologico era stato implementato, nulla mi apparteneva, il mio vissuto pareva alieno a tutto il mio sapere.»
«I pezzi di cuore non si possono sostituire, non ricrescono, si possono solo creare delle copie dell’innocenza iniziale, e non sai mai cosa ne verrà fuori.»
Darko. Storia di un umanoide, nell’era del virtual brain.