In questo articolo ti mostrerò come riformare i concorsi pubblici in modo semplice e chiaro.
Di sicuro hai già sentito parlare di riforma dei concorsi pubblici. Fino ad oggi però la questione non ha avuto una sua sistemazione definitiva. Abbiamo ancora migliaia di aspiranti per pochi posti. A mio avviso, sembra uno spreco di risorse, tempo, aspettative e ambizioni.
È presuntuoso da parte mia avere la verità in tasca? Non direi, perché le cose fatte bene sono sempre quelle più semplici. Vediamole. Devono essere assunti i migliori giusto? Bene. I migliori vanno cercati, prima di tutto, tra chi ha esperienza in un certo lavoro identico o simile a quello per il quale si indice il concorso.
Al bando quindi neo diplomati, neo laureati, concorsi fatti da migliaia di candidati in fila tra i quali, obiettivamente, è difficile fare una scelta. Vanno ammessi solo persone con esperienza. Per quanto possibile e laddove abbia senso farlo. Experientia magistra rerum.
Faccio un esempio. Un comune deve assumere un nuovo geometra. Il candidato dovrà avere esperienza di assistente tecnico di cantiere per almeno 5 anni. Ancora meglio se è abilitato all’esercizio della professione. Tutti gli altri possono rimanere a casa.
Gli esami poi devono essere composit solo da:
- Test a risposata multipla;
- Prove pratiche a punteggio predeterminato.
A mio avviso, l’esame orale è il viatico della soggettività di giudizio, così come “il tema”. Queste regole dovrebbero valere anche per le abilitazioni professionali, sulle quali dedicherò un articolo specifico. Gli attuali sistemi di selezione si basano su un approccio scolastico, al contrario, l’esito dell’esame deve essere l’ultima cosa da valutare. Prima c’è l’esperienza, le abilitazioni, i corsi di formazione professionale.
In ultima analisi, riformare i concorsi pubblici vuol dire scegliere il primato della competenza operativa sulla conoscenza quantitativa. Come è noto a tutti, un lavoratore applica le conoscenze nel suo lavoro, non le ripete a pappagallo difronte a un esaminatore.
Voglio precisare che chi lavora nella pubblica amministrazione, oltre alle sue materie di competenza per le quali viene assunto, deve avere anche altre conoscenze “trasversali” come diritto amministrativo, contabilità di stato ecc…
I concorsi servono anche a questo. Tuttavia, assumere un lavoratore con esperienza e conoscenza nel suo ambito e poi formarlo in queste materie, con apposito corso (con esame finale), prima di assumerlo, a mio avviso, migliorerebbe addirittura la preparazione in suddette materie “trasversali”. Una riforma dei concorsi è possibile. Forse manca la volontà?